La Storia

125 gradini sul fianco orientale della gravina di Massafra consentono l’accesso al magnifico Santuario della Madonna della Scala, affascinante luogo di culto intitolato alla Santa Patrona protettrice della città dal 1776. La storia del santuario trae origine dalla leggenda del Miracolo delle Cerve, secondo cui, intorno al Trecento, due cerve braccate dai cacciatori si inginocchiarono nel punto in cui fu ritrovato un affresco bizantino della Vergine. In memoria dell’evento, nel luogo del miracolo fu eretta una piccola cappella. Custodito su un blocco di pietra calcarea nel settecentesco altare maggiore, l’affresco è ancora oggi il cuore del Santuario, sontuoso edificio in stile barocco e neoclassico, con pianta a croce latina e tre navate con volte a vela, scandito da massicci pilastri. Il fondo della gravina era noto come Valle delle Rose per la vegetazione spontanea e le erbe officinali che crescono in prossimità del fiume che la attraversa. Qui un tempo sorgeva un villaggio rupestre formato da oltre duecento grotte, raggiungibile dal sagrato della Chiesa.

La Cerva e La Scala

La storia del titolo mariano “Madonna della Cerva/Scala”; si lega direttamente alle vicende
del Santuario e risulta anch’essa molto complicata e oscura. Nel corso del XIX e XX
secolo si assiste a numerose e diverse “ricerche” sulla storia del titolo, in cerca della memoria perduta, che però risultano evidentemente delle ricostruzioni basate anche sul falso e sul leggendario.
Ancor prima della storia narrata da Portararo, già citata, un documento contenuto nei
Registri dei Battezzati del maggio 1876 dell’Archivio Capitolare di Massafra ci riferisce la
tradizionale leggenda secondo cui “ogni anno in occasione della Festa di Maria, dalla sponda superiore della valle […), spontaneamente comparissero due cerve, grande l’una, piccola l’altra. Di queste che per un poco stavano genuflesse, la maggiore, alla vista del popolo che plaudante osservava il prodigio, si precipitava in fondo al burrone, le cui carni destribuivansi ai fedeli cui accorsi, la minore poi ritornava indietro, e di presente sottrae vasi agli sguardi degli astanti.
Continuando, riporta che il successivo titolo “della Scala”; trae origine non dalla gradinata del Santuario, che si dice aver sostituito un’altra “ruvida” ma dall’attribuzione di Maria come “Scala del Cielo”, citando il pensiero mariologico di Pier Damiani.
Vincenzo Gallo, alcuni anni dopo, riprende tale racconto, aggiungendovi anche la leggenda del cacciatore che rincorse la cerva che fece ritrovare il dipinto mariano: di contro al suddetto documento, riporta che nell’ aprile del 1731 ha termine pure la grandiosa scalinata, che dalla cima del burrone mena, con doppio ordine di gradi ampli e regali, al fondo sino al tempio […) Nel 1776 poi si augura il culto solenne a quella Divina
Madre cui si da il novello titolo: Della Scala, appunto della gradinata ampia e bella costruita.
Per quanto riguarda la leggenda delle cerve, si utilizza spesso come dato storico la tela del Miracolo delle Cerve di Nicola Galeone, ritenuta essere la riproduzione del 1851 di un affresco una volta presente nel Santuario, prima della costruzione della navata sinistra realizzata nel 1821. Sappiamo però che il pittore è nato nel 1807 a Francavilla Fontana, per cui avrebbe dovuto vedere l’affresco entro i 14 anni di età per riprodurlo almeno trent’ anni dopo: difficile che sia vero. Più plausibile che il pittore abbia semplicemente riprodotto una leggenda che veniva narrata da tempo. Non è avvenuto, come già detto, alcun terremoto nel IV secolo, mentre ne è stato rilevato uno del 1713. Se fossero confermati i dati sismologici e la leggenda delle cerve fosse legata ad un terremoto, non si potrebbe assegnare epoca antecedente al XVIII secolo alla leggenda, a differenza di quanto diversi studiosi hanno detto finora, come lacovelli e Mottolese. Se ritenessimo vera perlomeno la cronologia della nascita dei titoli Cerva/Scala, sarebbe difficile coniugarla con la paventata esistenza di documenti del XV- XVI secolo che attestano una Cappella di S. Maria della Scala, ammesso che queste siano vere. Da qui l’epigrafe risulta essere motivo di riflessione: essendo dubbia la sua versione sulla datazione dell’Icona, si potrebbe pensare che essa sia stata composta ben più tardi del 1731, ovvero quando la storia ha cominciato ad unirsi alla leggenda, nel tentativo di retrodatare le origini del culto cristiano a Massafra con la storia del passaggio di S. Pietro e S. Marco ecc. Il titolo “della Scala” ha ancora molto mistero attorno a sé: l'ipotesi secondo cui la gradinata (o anche prima una scala rocciosa, da questa poi sostituita) abbia avuto un ruolo fondamentale nella coniazione di questo titolo mariano è molto accreditabile: se i documenti del 1499 e del 1594 fossero veri, tale titolo dovrebbe avere origine almeno quattrocentesca; se invece così non fosse, molto plausibile è che il titolo si leghi alla costruzione della suddetta gradinata. La storia delle cerve, invece, resta più nel mistero: la rappresentazione di cervi sull’ altare maggiore può far pensare ad un legame con chi finanziò, o forse volle, in principio i lavori del nostro Santuario, per cui tale titolo dovrebbe avere origine settecentesca. Se il titolo della Scala fosse quattrocentesco, allora quello della Cerva sarebbe più tardo di questo (creando una discronia con la versione riferita dall’epigrafe), altrimenti gli sarebbe di poco antecedente o quasi contemporaneo.

(FONTE: Per una storia del culto della Madonna della Scala di Massafra di Antonio Conforti)

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